Il miglior gelatiere del mondo

Il miglior gelatiere del mondo

È di questi giorni la notizia che gli organizzatori del Gelato Festival hanno decretato il miglior gelatiere del mondo, a seguito della conta dei punteggi raccolti dal 2001 ad oggi in tutti i concorsi legati a questa kermesse che hanno realizzato in diversi Paesi del Mondo.

Trovo assolutamente ingiusto che sorgano delle critiche su questa classifica. Chi ha accumulato punti per merito e per costanza è giusto che venga riconosciuto.

Si tratta evidentemente di un concorso che mira ad accrescere la propria visibilità per avere dei vantaggi competitivi di tipo commerciale nei confronti dei propri competitor; e mi riferisco sia ai gelatieri che agli organizzatori.

Ora è il momento degli applausi e dei riconoscimenti e la notizia deve girare il più possibile poiché chi non gode ancora di visibilità tra i gelatieri deve essere stimolato a partecipare (o a non mollare se ha già partecipato più volte senza essere stato riconosciuto).

Gli organizzatori di questo concorso sono i maggiori stakeholders del settore: la più grande fiera di settore, il gruppo di macchinari per gelateria leader di mercato, le aziende di semilavorati più attive a livello internazionale e le riviste di settore che alimentano e sono alimentate dalla loro pubblicità. Insomma una grande operazione di marketing dove vincono tutti (o quasi). Quindi è giusto che tutti loro promuovano i risultati di questa grande operazione mediatica per portare a casa il miglior risultato di visibilità possibile. Perché di questo si tratta.

Non entro nel merito dei metodi di valutazione dei vari vincitori, sicuramente le cose saranno state fatte nel migliore dei modi. Quello però che non posso evitare di notare sono le grandi assenze…

L’autorità di un concorso in termini oggettivi è determinata dal valore dei giurati, dall’oggettività dei metodi di valutazione ma anche dalla partecipazione numerosa e significativa e soprattutto dalla presenza di quelli che già sono stati in passato riconosciuti come i “migliori”.

Auguro al vincitore di sfruttare il più possibile questo momento di visibilità, ma spero che sappia in cuor suo che non deve cadere nell’errore di sentirsi davvero superiore ai propri colleghi, soprattutto a quelli che non hanno partecipato.

I motivi per non partecipare a questi concorsi organizzati da una parte dei fornitori di settore, possono essere i più diversi, e vanno rispettati.  Se è vero che solo in Italia ci sono più di 20 mila gelaterie (alcuni dati raddoppiano addirittura questo numero) e questo concorso ha visto la partecipazione di soli 5.000 gelatieri in tutto il mondo, stiamo parlando di una percentuale tutto sommato molto bassa e non rappresentativa di tutto il settore.

Ma questa è comunicazione, quindi ai fini della propria promozione è lecito gonfiare il petto per diffondere i propri risultati, frutto di sacrifici e di buone relazioni pubbliche ben coordinate.

Credo però che ci sia una sorta di responsabilità più ampia nel comunicare tale status di “migliore del mondo”: occorre comportarsi davvero come tale e dimostrare nel tempo che questo riconoscimento non sia solo un momento di marketing ottenuto con la conta dei punteggi, ma che sotto ci sia davvero capacità, conoscenza e l’umiltà necessarie a non montarsi troppo la testa, a continuare a crescere, a formarsi e a confrontarsi con i colleghi.

A volte le difficoltà per salire su una vetta sono meno pesanti di quelle necessarie a restarci a lungo.

Chi si pone in vetta è più soggetto di altri ad attacchi diretti, all’invidia e ogni dichiarazione che fa viene pesata e giudicata a volte in modo impietoso. A grandi onori si accostano quindi grandi responsabilità.

In bocca al lupo!

PS: il mio pensiero sul gelato più buono del mondo l’ho espresso in questo video:

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